AGRI-CULTURA COLTIVARE I DIRITTI – PIU’ DI 2000 CITTADINI DI PAESI TERZI SI SONO RIVOLTI AI SERVIZI DEL PROGETTO
19 Ott 2022

Si è svolto martedì 18 ottobre il convegno “Connessioni – rete di contrasto allo sfruttamento dei lavorativo dei cittadini dei paesi terzi”. Dopo un anno di attività il progetto Agri-cultura – coltivare diritti (Su. Pr. Eme Italia) è giunto alla sua fase conclusiva.
Patrocinato dalla Regione Campania e realizzato da un qualificato partenariato del Terzo Settore – Cidis Onlus, Nuova Cooperazione Organizzata, Nero e Non Solo, Coop. Albanova, Coop. Agropoli, Coop. Eureka, Comitato Don Peppe Diana, Solidarci – con Agri-cultura sono state messe in campo azioni per prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura dei cittadini dei Paesi Terzi nei comuni di Castel Volturno; Mondragone; Cancello ed Arnone; Villa Literno; Casal di Principe; San Cipriano di Aversa e Giugliano in Campania, attraverso l’ampliamento e la qualificazione dei Servizi di welfare locale e dei servizi per il lavoro, in un’ottica di integrazione multidisciplinare e multistakeholder, in grado di accogliere e dare risposte qualificate agli articolati bisogni dei destinatari.
Alcuni numeri presentati al Convegno restituiscono i risultati che l’iniziativa è riuscita a maturare:
Più di 2000 cittadini di Paesi Terzi si sono rivolti ai servizi di Agri-cultura.
2318 cittadini di Paesi Terzi si sono rivolti ai servizi dei Poli Sociali, aperti nei 7 comuni interessati dal progetto. In un anno di attività, i poli sono diventati fari di legalità sui territori, veri One Stop Shop, dove il cittadino migrante ha potuto trovare sportelli per accesso ai servizi, housing/Intermediazione abitativa, orientamento al lavoro, orientamento ai servizi sanitari.
Quasi mille i cittadini di Paesi Terzi intercettati dall’unità di outreaching dedicata al contatto e la presa in carico di vittime e/o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo.
Più di 600 gli stranieri che si sono rivolti all’unità sanitaria itinerante per la somministrazione di test Covid, Mantoux, HIV e per la prenotazione di visite domiciliari.
Il convegno CONNESSIONI è stato inoltre occasione per la presentazione della ricerca RICERCA-AZIONE SULLA “FENOMENOLOGIA” DELLO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI MIGRANTI IN AGRICOLTURA NELL’AREA DOMITIA E GIUGLIANESE coordinata dal professore dell’Università degli studi di Salerno Gennaro Avallone insieme alla dott.ssa Vanina Zaccaria e al dott. Emiliano Esposito di Cidis Onlus. L’attività di ricerca si è svolta attraverso le analisi dei dati di contesto basati sulle fonti secondarie disponibili; la somministrazione di un questionario a 315 lavoratori stranieri del territorio; lo svolgimento di 15 interviste qualitative semi- strutturate a testimoni privilegiati individuati tra associazioni di categoria, realtà del terzo settore, comunità di stranieri e istituzioni locali.
I dati raccolti evidenziano un contesto occupazionale ampiamente caratterizzato dalla presenza di lavoratori privi di contratto. Il dato assoluto è particolarmente rilevante sia nel comparto agricolo dove interessa prevalentemente la popolazione proveniente da paesi dell’Africa occidentale, sia in quello dei servizi alla persona, che coinvolge specialmente la popolazione proveniente da paesi europei (UE e non UE).
In secondo luogo, è emersa una forte componente di “lavoro povero”. Ricordando che in Italia la soglia di povertà relativa (spesa mensile in euro) è pari a 629 euro mensili per una persona e 1.048 euro mensili per un nucleo di due persone, i salari medi orari, giornalieri, settimanali e mensili del campione intervistato si possono considerare leggermente al di sopra della soglia di povertà.
In terzo luogo, si registra una scarsa mobilità occupazionale. Le persone intervistate sono occupate prevalentemente nel primo settore di ingresso nel mercato del lavoro in Italia. In particolare, è rilevante il fatto che soprattutto in agricoltura si entra nel mercato del lavoro come bracciante e, spesso, lì si rimane.
Un altro elemento interessante riguarda la condizione giuridica dei lavoratori. Siamo abituati ad immaginare che i permessi di soggiorno più forti si associano a maggiori tassi di regolarità occupazionale, mentre quelli più deboli (quelli dei richiedenti asilo e i permessi scaduti) a maggiore irregolarità occupazionale. Da una parte è assolutamente così. Basti pensare ai settori con maggiormente sfruttamento della forza lavoro (per esempio quello agricolo), secondo cui sono i meccanismi istituzionali a produrre forza lavoro con condizioni giuridiche vulnerabili e, quindi, maggiormente esposte allo sfruttamento lavorativo. Dall’altra parte, è importante rilevare che l’irregolarità occupazionale c’è anche tra chi ha permessi di soggiorno forti (tra chi ha lungo soggiorno, addirittura), l’irregolarità occupazionale dunque non dipende necessariamente o esclusivamente dall’irregolarità amministrativa. Quest’ultima riguarda tutta la manodopera immigrata (e non solo), ma in maniera almeno in parte indipendente dal tipo di permesso di soggiorno: l’irregolarità occupazionale (che segnala uno dei 4 indici di sfruttamento individuati dalla legge) è trasversale alla manodopera immigrata in provincia di Caserta.
La giornata si è conclusa con gli interventi dei rappresentati delle organizzazioni che in Campania hanno portato avanti azioni o progetti nell’ambito del fondo SU.PR.EME, le video-interviste fatte ai relatori saranno reperibili sul canale youtube di CIDIS Onlus.
Per informazioni
Camilla Cafiero
Coordinatrice poli sociali
Cidis Napoli – Via Chioccarelli 63
3713392772