Mums at work vola a Bruxelles: il counseling per le madri migranti funziona
6 Mar 2023

Nella realtà migratoria a livello internazionale la presenza femminile è assai rilevante: le donne costituiscono la metà dei 280 milioni di migranti nel mondo. La metà degli 89 milioni di persone che sono costrette ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti, violenze e persecuzioni è, ancora una volta, donna.
L’ultima istantanea fornita dall’ISTAT (2022) segnala un 42% di donne in condizioni di fragilità economiche e vulnerabilità lavorativa, contro un 27% relativo alle donne italiane e al 29% dei lavoratori stranieri.
Nell’ordinamento italiano (e non solo) manca un quadro legislativo specifico in materia di politiche migratorie di genere: questo vuoto, unito alla mancanza di un approccio gender oriented ha impedito, da un lato, di soffermarsi sul ruolo attivo delle donne migranti le quali partecipano, da anni, alla vita sociale cambiando il volto delle nostre città e condizionando i sistemi di welfare e dall’altro di approfondirne i percorsi migratori, i quali si differenziano da quelli maschili in termini di sviluppo, elaborazione e rapporto con il contesto in cui si arriva.
Il tasso di occupazione delle donne straniere si è mantenuto significativo negli anni e anche in linea con quello delle donne italiane, mentre quello di disoccupazione è aumentato dal 13% del 2009 al 15,2% nel 2020. Ma a proposito di questi dati, è necessario evidenziare che le donne non comunitarie hanno tassi di occupazione inferiori di dieci punti percentuali rispetto alla componente comunitaria (46,7% vs 56,9%) e per questo rappresentano una categoria a più alto rischio di esclusione dal mercato del lavoro, già molto complicato a livello nazionale.
È proprio a questa specifica categoria che si rivolge il progetto MUMS AT WORK – Enhancing social integration and employability of migrant mothers il quale punta, attraverso un supporto su misura, a migliorare l’integrazione sociale e l’occupabilità delle madri migranti, in particolare quelle tra i 25 e i 45 anni, cittadine di Paesi terzi.
Questa mattina Cidis ha preso parte al seminario “Migrant Mothers in Europe: Building a Common Future” organizzato nell’ambito del progetto dal partner belga European Network of Migrant Women (ENoMW) e tenutosi al Comitato Economico e Sociale Europeo a Bruxelles. Un incontro tra i partner del progetto Mums at Work che “ha stimolato numerose riflessioni “, racconta Anamaria Voicu, presente al seminario per Cidis: “per noi è stata un’occasione importante per parlare della metodologia di counseling adottata nell’attività di orientamento al mercato del lavoro delle madri migranti.”
Il counseling è ormai una ‘buona pratica’ che ha reso possibile aiutare le madri nella ricerca lavorativa grazie a un approccio centrato sulla persona che sospende il giudizio e accoglie, comprende e legittima gli specifici bisogni delle madri. Gli strumenti del counseling permettono soprattutto di stabilire e cementare un rapporto di fiducia con la donna grazie a delle sessioni individuali dove si comprendono i bisogni di ciascuna, incontri specifici su tematiche femminili e attività di team building per incrementare il coinvolgimento dei partecipanti alle attività di progetto.
Tre sono gli strumenti che il counselor ha utilizzato in questo progetto:
- La creazione di un primo profilo delle competenze: un’azione che aiuta a comprendere meglio il punto di partenza delle madri, per poterle accompagnare verso un percorso adatto a loro.
- Un assessment di competenze europeo, che le guidi a completare il loro curriculum riflettendo sulle loro abilità e sui loro punti di forza/debolezza.
- Un piano di azione co-progettato dal counselor e dalla madre migrante: con l’obiettivo di raggiungere step by step un impiego stabile, rimuovendo gli ostacoli all’integrazione sociale ed economica.
La metodologia messa in campo si è rivelata vincente e ha permesso al progetto di raggiungere importanti risultati: focalizzare l’intervento sulla persona e sui suoi bisogni rappresenta per Cidis un passaggio cruciale nel percorso di raggiungimento dell’autonomia delle donne.
Fonti:
“Donne straniere, diritti umani, questioni di genere: Riflessioni su legislazione e prassi”, 2022