Banco di prova
8 Ott 2014

Premessa
La necessità di lavorare nella scuola è emersa da un’analisi dei bisogni condotta in anni di attività sul territorio umbro in generale e nel mondo scolastico in particolare. L’offerta di servizi alle scuole è variegata e focalizzata sui bisogni primari delle scuole che lavorano con tanti alunni non italiani:
1. La mediazione culturale nei rapporti scuola-famiglia
2. Attività con approccio interculturale nelle classi
3. Aggiornamento dei docenti sulle tematiche dell’Intercultura e dell’accoglienza
Il lavoro nelle scuole risponde a una precisa necessità del territorio ma anche allo spirito più profondo dell’agire CIDIS che nel promuovere l’incontro tra culture nelle nostre società predilige spazi pubblici in cui incontro e confronto sono il pane quotidiano.
Non vi è alcune retorica nell’affermare che la scuola – oltre ad essere spesso la prima istituzione con cui le famiglie appena arrivate si confrontano – è anche il banco di prova della cittadinanza, il luogo in cui si pensano e sperimentano tutti i giorni pratiche di vivere civile, di confronto tra culture, di mediazione culturale e sociale. Insomma se la scuola fallisce nell’integrare gli alunni di origine straniera, sarà molto più difficile per loro integrarsi successivamente.
Nella posizione di capofila nell’ardua missione dell’integrazione la scuola è spessa rimasta da sola, per questo oggi manifesta un’ampia gamma di esigenze che non riguardano soltanto le risorse, ma anche la socializzazione delle problematiche. Tale constatazione ha portato Cidis Onlus a strutturare un intervento che si pone l’obiettivo di creare un network di scuole e altri soggetti operanti nel settore.
Soggetti. Cidis Onlus – in partenariato con le provincie di Perugia e Terni – implementa un progetto finanziato dal fondo FEI Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi 2007 – 2013.
Obiettivi: il progetto vuole rafforzare i processi di mediazione culturale nelle scuole della Regione Umbria adottando un approccio di sistema, allo scopo di rendere autonomi gli studenti stranieri e di origine straniera. Alla base di tale approccio vi è la convinzione che l’integrazione sia un processo in cui gli alunni stranieri sono soggetti attivi, insieme ai compagni italiani, ai docenti e tutti gli operatori scolastici. Tutte le forze della scuola, quindi, se concentrate nell’obiettivo di integrare gli elementi a rischio esclusione (quindi non solo gli stranieri) possono riuscire nella creazione di un ambiente accogliente e inclusivo, in cui i minori possano vedere riconosciuti i propri diritti e abbiano l’opportunità di sviluppare la propria individualità.
Attività
– Aggiornamento professionale rivolto a insegnanti e personale ATA sulle modalità relazionali e di accoglienza degli alunni stranieri neo-arrivati e delle loro famiglie.
L’aggiornamento è avvenuto in 4 corsi gestiti con metodo laboratoriale in modo da agevolare lo scambio di esperienze tra docenti e valorizzare le migliori pratiche già poste in essere nelle scuole. L’approccio parte dalla constatazione che non esiste un metodo d’accoglienza sempre valido e attuabile, ma tanti metodi individualizzabili da settare in base alla persona da accogliere e al contesto.
– Percorso formativo di peer education per studenti stranieri, di origine straniera e italiani.
Convinti che lo spirito di accoglienza di una scuola dipende tantissimo dagli studenti, i corsi per peer educator mirano a creare gruppi di studenti che, oltre a occuparsi della prima accoglienza a scuola, possano trasmettere quanto hanno imparato ai loro compagni: un modello educativo sostenibile. È esattamente questo lo spirito dell’educazione tra pari: una trasmissione di sapere che prende il via dalla spontanea propensione alla condivisione e capace di autoalimentarsi insieme alla sensibilizzazione sui temi delle migrazioni.
– Percorsi di italiano L2 per studenti stranieri e di origine straniera.
La lingua veicolo di comunicazione e confronto è anche il principale ostacolo all’integrazione. Il confronto verbale può evitare tanti problemi, la sua mancanza crea diffidenze e pregiudizi. I percorsi di italiano L2 vanno incontro alle esigenze degli studenti neo arrivati con problemi nella comprensione dell’italiano, inteso come lingua comunicativa.
– Percorsi di lingua delle discipline per studenti stranieri e di origine straniera.
Conoscere la lingua comunicativa a volte non basta: saper leggere e interpretare un testo scolastico è un’attività che spesso nasconde insidie importanti e minacciano la pari opportunità di successo scolastico. I corsi di lingua delle discipline (o lingua dello studio) mirano a eliminare il gap tra la lingua comunicativa e l’italiano specialistico dei testi scolastici.
– Laboratori didattici per gruppi classe di tutti gli ordini di scuole, finalizzati all’aumento di competenze in ambito interculturale, con esperti e mediatori culturali.
La conoscenza delle tematiche interculturali serve a sensibilizzare e far riflettere su come la nostra società vive i propri cambiamenti, oltre ad essere un importante strumento di prevenzione di pregiudizi e discriminazioni.
– Mediazione Culturale a chiamata: per facilitare i rapporti scuola-famiglia attraverso mediazioni culturali svolte da personale professionale.
– Consulenza alle scuole per la costruzione e implementazione di un Centro interculturale scolastico, che possa essere un luogo di incontro e confronto per studenti e insegnanti.
Materiali utili a scuola
Modulistica tradotta per le scuole:
http://www.usplucca.it/index.php?option=com_content&view=article&id=68&Itemid=64
http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/parlo-la-tua-lingua